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Cristina Amici degli Elci

La città romana di Suasa, un patrimonio unico

La città romana di Suasa sorgeva nella media valle del fiume Cesano, su di un terrazzo di II ordine, oggi intensamente coltivato e denominato Pian Volpello, posto sulla destra del fiume.

Le fonti letterarie non hanno che generici accenni a Suasa e tacciono sui motivi che portarono alla sua nascita e su quando ciò avvenne.





Fondata dai Galli Senoni, venne distrutta dai Goti di Alarico nel 409; i resti più importanti sono quelli dell'Anfiteatro. Vennero così costituiti nuovi centri, non necessariamente urbani, che fungessero da punti di riferimento sociale, politico ed amministrativo.

Le colonie già esistenti furono affiancate da nuove e venne creata una fitta rete di "praefecturae", molte delle quali destinate a divenire "municipia" nel corso del I secolo a.C., all'indomani della guerra sociale. Ipotizzabile che anche Suasa ed Ostra siano sorte come "praefecturae" in appoggio alla colonia marittima di Sena Gallica ed abbiano successivamente raggiunto dignità amministrativa.

Una riprova di tale precoce nascita può essere, per quanto concerne Suasa, la sua ubicazione sulla riva destra del Cesano, a valle della confluenza tra questo e il suo affluente Nevola.

Se infatti Suasa fosse nata in un momento successivo al tracciamento della via Flaminia e al suo affermarsi quale asse fondamentale della rete stradale di tutto questo settore, essa sarebbe sorta sulla riva sinistra del fiume, lungo cioè quella naturale direttrice che, risalendo la valle del Cesano prima e del suo affluente Cinisco poi, collega la costa con la strada consolare e che sarà appunto ricalcata dal diverticulum Helvillo-Anconam attestato negli Itinerari Antonini. Suasa, invece, con il suo essere ubicata sulla destra del Cesano, sul primo terrazzo di una certa ampiezza che si apre a valle della confluenza nel collettore principale del torrente Nevola, pare essere in diretta relazione con la direttrice che collegava, tramite appunto le valli di Cesano e Nevola, la costa con la conca di Sassoferrato.

La scelta quindi del sito in cui costruire Suasa appare condizionato da una rete itinerario anteriore a quella che si verrà a determinare con l'apertura della via Flaminia. Sconosciuta come quella di nascita, è anche la data di morte, venne abbandonata durante la guerra greco-gotica, quando la difficile situazione politica e militare portò in tutta la regione all'abbandono e alla nascita di nuovi centri arroccati sulle alture circostanti, lungo i crinali spartiacque delle vallate.

Nel corso del VI secolo, dunque, gli abitanti di Suasa, così come quelli di altri centri - Ostra, Septempeda, Helvia Recina ecc. - lasciarono la città non più difendibile e si rifugiarono sulle vicine colline e le rovine della città divennero una "cava di prestito".


La nascita dell'Abbazia di San Lorenzo in Campo lungo la Helvillo-Anconam e la sua progressiva affermazione come centro egemone di questo territorio, indica chiaramente come anche in età medievale la rete itinerario fosse condizionata dalla via Flaminia e come quindi i collegamenti tra la costa e l'Appennino privilegiassero in questo settore la riva sinistra del Cesano.

Il terrazzo su cui sorgeva Suasa perdette di interesse e di importanza ai fini dell'insediamento, acquisendone invece come area atta ad essere coltivata.


Cristina Amici degli Elci









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